Troppa educazione ti rende un fesso, questa è la verità: per quanto faccia male, si tratta di un dato di fatto che fa decisamente riflettere…
Troppa educazione ti rende un fesso, questa è la verità, e vi spiego anche il perché.
Fa male doverlo dire e doverlo ammettere, ma la verità è che la troppa educazione, l’essere troppo presenti, l’essere sempre disponibili, il voler sempre aiutare gli altri, il credere davvero in ciò che si fa, e cercare sempre di comprendere gli altri, ad un certo momento, ti rende un fesso! Mettiamoci l’anima in pace ma è così: le persone non perderanno tempo ad approfittarsi della tua bontà e della tua disponibilità, e si giustificheranno dicendoti che “tanto tu sei sempre disponibile, tanto tu hai sempre tempo: cosa cambia se ti viene chiesto un favore, se ti viene chiesto di lavorare oltre l’orario, se ti viene chiesto un sacrificio?” Le persone inizieranno a pretendere ciò che tu hai sempre fatto con il cuore e con il massimo rispetto, semplicemente perché ti faceva star bene aiutare gli altri, semplicemente perché era qualcosa che ti piace davvero, ma – di fatto – la tua educazione, il tuo rispetto, la tua disponibilità diventano un pericolosissimo boomerang che ti si ritorcerà contro nel più breve tempo possibile. E mentre tu resterai a lavorare oltre gli orari, qualcun altro sarà felice e contento a godersi serate di libertà e risate. E tu, povero fesso di turno, resterai lì piantato sul tuo posto di lavoro. La stessa cosa accade per i sentimenti: neanche in quel campo ci si salva. A voler troppo bene, ad essere sempre comprensivi, sempre disponibili, a voler sempre passare sopra ciò che ci combinano le altre persone senza mai reagire, ma giustificando sempre determinati comportamenti, anche quelli più scorretti nei nostri confronti, anche quelli che ci mancano totalmente di rispetto, si finisce per diventare dei poveri polli in balia di qualcuno che userà la sua prepotenza per manipolarci, che userà le nostre ferite per farci del male, che cercherà di muovere la nostra volontà attraverso ripicche e violenza psicologica. Per questo motivo – anche se è difficile che io giunga a dire qualcosa del genere – credo che, una volta tanto, perdere realmente la pazienza e urlare il proprio NO possa essere salutare e fisiologico: è bene ricordare, infatti, che il rischio di burnout in determinati contesti lavorativi è elevatissimo, e la possibilità di rischiare realmente la salute diventa molto più concreta di ciò che non immaginiamo. Prima di arrivare ad esaurirci totalmente, quindi, e prima di iniziare a sperimentare attacchi di panico, insonnia, ansia, colon irritato, gastrite, tensione muscolare, rabbia continua, e tutto ciò che di negativo ci possa essere, è il caso di rifletterci. E, anche se per indole personale tendiamo ad essere altruisti e abbiamo sempre voglia di aiutare gli altri, forse è decisamente il caso di fermarci a riflettere, prima che sia troppo tardi. Perché di fronte una simile situazione, se non sappiamo mitigare la nostra bontà, se non sappiamo mitigare il nostro altruismo, e se ci ritroveremo – quindi – ad essere letteralmente calpestati da chi abbiamo di fronte, la colpa sarà solo e soltanto nostra.
Pensiamoci, prima che sia davvero troppo tardi!