Strappi di tempo che vola via, nelle notti di silenzio e riflessione in cui ritrovi le parti più antiche, recondite e nascoste di te…
Strappi di tempo che vola via, nelle notti di silenzio e pensieri…
Ci sono notti in cui sento tutto lo scorrere e l’incidere del tempo: sono le notti più buie, più oscure, fatte del peggior silenzio, della solitudine più profonda che ci possa essere, in cui ti ritrovi solo mentre fuori il vento fischia, e con tutta la sua violenza sbatte contro tutto ciò che trova sul suo cammino, come un enorme onda d’urto invisibile che travolge tutto e tutti. Ecco: certe notti sono come quell’onda d’urto, con la differenza del fatto che ad essere colpito sei tu. E mentre fuori il vento travolge con la sua violenza le strade, i palazzi, le serrande, le finestre, la vita scorre e scappa come niente altro al mondo, ma il tempo non ti attende, e corre a grandissima velocità su gambe invisibili!
Tu, ovviamente, non te ne rendi nemmeno conto, ma certe sere lo senti, lo senti di più, lo senti in pieno e totalmente: la notte rimane un grande mistero in cui, spesse volte, la maggior parte delle volte, ritroviamo la parte più nascosta, segreta e recondita del nostro vivere, in cui spesso ci si ritrova silenziosamente, mentre cerchiamo di scappare al nostro stesso dolore, perché guardarci dentro ci fa paura, perché sappiamo bene che rischiamo di toccare corde di dolore che è meglio ignorare, che è meglio tenere nascoste e chiuse nel loro scrigno di indifferenza e dimenticanza in cui le abbiamo relegate…
…Ma siamo sicuri che sia questa la vera soluzione? Siamo sicuri che ignorare sia la strada ideale? Non lo so, anche se me lo sono domandato decine di volte, e forse ho preferito non approfondire, non cercare, non trovare la risposta. E mentre continuo a riflettere, la notte si perde in questo vento così maestoso ed imponente, così forte e senza nessuna porta, dove niente si salva.
E dove, forse, ritrovo parti di me.