Smettetela di fare pressione sui giovani! Smettetela di inondarli di assurde aspettative: ricordatevi che loro non sono voi. Loro sono loro. E basta.
Smettetela di fare pressione sui giovani: abbiate rispetto per i più sensibili!
Al TG hanno detto che un’altra ragazza, a Napoli, si sarebbe tolta la vita per questioni legate gli esami dell’università: se fosse vero, dovremmo solamente iniziare a farci delle domande, seriamente. FINITELA. SMETTETELA. Basta con questa cazzo di pressione sui giovani, basta stracaricarli di responsabilità e aspettative, basta continuare a mettere il carico facendo leva su continui e maledetti sensi di colpa. BASTA.
Iniziate ad ascoltare maggiormente i giovani. Parlate loro, fategli raccontare le loro ansie, le loro paure, e non giudicateli, non metteteli alla gogna scaraventando su di loro tutte quelle aspettative e tutta quella vita che, magari, avreste voluto voi alla loro età! I VOSTRI FIGLI NON SIETE VOI: da genitori bisogna sempre e comunque tenere fede all’intento di non giudicare ma comunicare, di confrontarsi e non additare. Perché le anime più deboli e più sensibili, purtroppo, possono anche reagire in questo modo. E sarebbe il caso che TUTTI iniziassero, seriamente, a riflettere su queste parole, su queste frasi, su questa situazione. Cercate di ricordarvelo la prossima volta che vi viene di urlare ai vostri figli tutta l’insoddisfazione che avete dentro! Cercate di ricordarvelo quando vi dimenticate che un giovane è fragile, sensibile, e non sempre riesce a fare carico al peso di un sistema universitario che fa acqua da tutte le parti, che non ascolta i suoi allievi, che non mette a disposizione sufficienti risorse d’ascolto. Certo: diverse università hanno dei veri e propri supporti psicologici, ma l’attenzione agli studenti dovrebbe essere maggiore, perché l’Università è un posto in cui andrebbe trasmesso il sapere. Non un luogo in cui distruggere la psiche delle persone più fragili. Per favore, vi prego, non dimentichiamolo. Non dimentichiamocene.
Non voltiamo lo sguardo dall’altra parte: rendiamoci conto della grande responsabilità che tutto questo comporta. Rendiamoci conto che la fragilità dei più giovani non deve essere la loro condanna, NO. Ma la loro più grande RISORSA.