Se tutto diventa silenzio, cosa resterà? Ci hai mai pensato? Ci hai mai riflettuto davvero? Interroghiamoci insieme…
Se tutto diventa silenzio, cosa rimarrà?
Hai mai pensato alla possibilità che tutto diventi silenzio, improvvisamente, senza che tu possa aspettartelo o rendertene conto? Io sì: alle volte ci penso, e mi rendo conto di quanta paura e dispiacere possa farmi l’idea che tutto, all’improvviso, possa spegnersi senza che neanche te ne rendi conto. Cerchi di allontanare i brutti pensieri e le brutte sensazioni, ma, inevitabilmente, qualche volta pensi a tutto quello che ti accade intorno, a tutto quello che ti lascia sgomento e senza parole, a tutto quello che ti mette così tanta paura senza che gli altri neppure possano rendersene conto (o forse, per meglio dire, preferiscono non rendersene conto per evitarsi l’onere di riflettere sull’argomento!) È chiaro che, qualche volta, i pensieri hanno la meglio sul ragionamento, le parole lasciano spazio al silenzio della riflessione, e a mille frasi che non ti danno altro scampo se non quello di riflettere profondamente su tutte le evenienze e le possibilità che la vita ti mette di fronte con il suo mistero giornaliero, con questo vivere del quale non puoi conoscere le regole, ma che sei chiamato a portare avanti, esattamente come pedine mosse da qualcuno più in alto di noi che neanche conosciamo. Tutto intorno, progressivamente, si fa un grande vuoto, e tu resti sempre più solo e in compagnia di te stesso: cerchi di non pensare, cerchi di allontanare tutti quei pensieri dalla tua stessa persona, ma ti rendi conto che non è poi così semplice, che non è facile come tanti cercano di farti credere, e i pensieri, così, diventano sempre più opprimenti e pressanti, e ti lasciano sempre più in silenzio a riflettere su tutto e tutti, a pensare, a cercare di capire, a cercare di osservare, a cercare di comprendere. Dentro tutto questo vuoto, in fondo, ti restano quelle brutte ma sincere consapevolezze, derivanti da tutto il tempo che passa, da tutte le ore che diventano giorni, settimane, mesi, anni, e che tu senti addosso con tutta la violenza e la forza possibile, perché non ti sei mai risparmiano nulla, perché la vita non ti ha mai risparmiato nulla, perché, in fondo, sei il risultato di tutto il dolore che hai provato.
E sono queste consapevolezze che, seppur con tante fragilità, ti rendono, orgogliosamente, quello che sei.