Resta la sofferenza dentro il silenzio… Rimane il vuoto di ciò che doveva essere e non è più stato, senza nessuna remora sul male inferto, su un cuore a pezzi…
Resta la sofferenza dentro il silenzio… E tutto il male che fa.
Passano i mesi, le settimane, i giorni, e dietro un abbandono, dietro uno squallido messaggio per porre fine ad un sentimento grande che univa, forse, due cuori, rimane soltanto un umile dolore immerso dentro il silenzio.
Restano immagini piantate nella mente, resta il dolore che non si ferma, resta la sofferenza che diventa dolore fisico, che diventa il sentirsi senza una via d’uscita: resta soltanto tutto il male che fa restare con il cuore a metà, come quando strappi via un foglio da un libro, e nessuno ritroverà mai quelle parole, e non conoscerai mai il finale di quella storia. Resta una sofferenza calata dentro il calderone del silenzio, dentro la paura di chi rimane, dentro il dolore di chi è fermo a guardare, di chi è rimasto ad attendere parole che non ci sono più: cerchi aria, ti affacci mentre fuori piove, e non sai più se ciò che senti sono lacrime o gocce di pioggia.
E non esiste più speranza, e non esiste più futuro, e non esistono più progetti: ti svegli al mattino e sei da solo ad affrontare il dolore che resta, che altri hanno scagliato su di te, che altri ti hanno caricato sulle spalle senza nessuna pietà, guardando soltanto il proprio interesse, guardando soltanto ciò che riguarda loro, senza rendersi conto che quello stesso dolore avrebbe potuto distruggere un cuore buono e pulito. Resti dentro soltanto tu, abbandonato sul ciglio dei ricordi e delle parole che, adesso, sono perdute, e si sono perse in mille serate di lacrime e dolore, in mille momenti in cui tutto era perso, in cui nulla viveva più. E resti fermo a sentire, nella mente, voci e ricordi, parole e sensazioni, e vorresti solo che il nastro si riavvolgesse mille volte, per non sentire più la sofferenza che senti ora. Mi fa male pensare che un essere umano possa condannarne un altro a soffrire senza provare la benché minima remora, senza sentire nessuna ritrosia, senza provare esso stesso nessun dolore: il vuoto del cuore di questa gente, purtroppo, si trasforma in cattiveria, si trasforma nel male fatto agli altri senza neppure pensarci una, due, dieci volte.
Vorrei soltanto, ancora, perdermi nel calore di un abbraccio che sentivo vero, che pensavo non mi avesse lasciato mai più. Ma adesso, resta solo il silenzio di questo pomeriggio grigio, in cui non so più capire se mi piove sul cuore, o se sono le mie lacrime…