L’obbligo morale di guardare in faccia la realtà, evitando di illudersi laddove non è necessario: in fondo, è sempre meglio una brutta verità di una bella bugia!
L’obbligo morale di guardare in faccia la realtà sembra, talvolta, sfuggire alla quotidianità delle persone. Qualcuno lo scambia per pessimismo tout court, ma non soltanto questo non è vero, ma non è neppure accurato, perché il pessimista sembra voler vedere nero a prescindere da ogni situazione, mentre chi guarda in faccia la realtà, al contrario, semplicemente non si illude di fronte a dati palesi e certi relativi al quotidiano che ci circonda.
Si, qualcuno potrebbe anche eccepire sul fatto che chi pensa con maggiore serenità al futuro vive meglio anche il presente, ma fino a che punto è lecito guardare al presente con occhi diversi non avendo alcuna contezza di quel che ci aspetta, ma, al contrario, vivendo una realtà palese che non lascia scampo e, semplicemente, ti pone di fronte l’unico, reale, significato che ha? Se da un lato è bello ed utile, per certi versi, vivere sperando in una qualsiasi forma di cambiamento, resta interessante capire dove finisce la speranza e dove inizia l’illusione, tale, addirittura, da allontanarsi dal reale stato delle cose!
E’ forse un modo per scappare dalla realtà? E’ forse un modo per non voler guardare in faccia lo stato delle cose? Credo, onestamente, di no, ma chi, semplicemente, è abituato a vivere senza illudersi, difficilmente può cambiare il modo di vedere ed affrontare la realtà, qualunque essa sia. In conseguenza a questo, guardare in faccia ciò che accade esattamente come accade, diventa una sorta di “obbligo morale” a cui nessuno può sottrarsi!
A conti fatti, è anche, probabilmente, un modo per non cadere nella tentazione di illudersi, semplicemente procrastinando una sofferenza che prima o poi si mostrerà per tale. Che senso ha, quindi, attendere o far finta che non sia così?