Non comprenderò mai chi preferisce il “nulla” della propria vita: un insensato modo di rinunciare alla concretezza per abbracciare l’etereo…
Non comprenderò mai chi preferisce il “nulla” della propria vita, chi preferisce l’etereo ed invisibile nulla alla più reale e concreta vita…
Più passa il tempo, e più la gente mi appare strana e sconclusionata: sempre più spesso vedo in giro persone che preferiscono accontentarsi del “niente” della propria vita, spesso vuota, spesso legata ad eteree e strane illusioni, piuttosto che desiderare una vita fatta di concretezza, fatta di eventi palpabili, tangibili, in cui sai di stare davvero costruendo qualcosa che possa cambiarti il resto dell’esistenza… Forse perché io stesso sono il tipo di persona che cerca solo fatti concreti, realista, razionale, che porta avanti solo quello che è produttivo e che possa, davvero, cambiare il resto del tuo tempo, ma mi domando come queste persone possano andare avanti nel proprio tempo “semplicemente” accontentandosi di vivere giornate di illusioni, magari dopo aver accantonato, abbandonato, gettato via qualcosa che aveva una concretezza maggiore, come i grandi amori, le belle persone, i bei cuori.
Credo che questo si ricolleghi, di base, al solito principio secondo cui chi non conosce il valore del giusto vivere, chi non conosce il valore delle cose belle, delle cose concrete, tenderà sempre a scegliere quello che ha meno valore, proprio perché non ha quel “know how” necessario a discernere e capire cosa ha veramente importanza nella propria vita, cosa va scartato perché inutile o non produttivo, e cosa non va mai abbandonato per nessun motivo al mondo. La mancanza di maturità emotiva e sentimentale, la mancanza di quella necessaria conoscenza che aiuti a comprendere quello che, davvero, è importante all’interno del proprio tempo, porta questa gente a coprirsi di etereo, di superficiale, di un grande “nulla” vestito di apparenza, ma vuoto di ogni forma di sostanza.
E a chi preferisce la vuota apparenza senza sostanza produttiva, preferisco sempre chi conosce il valore vero di ciò che conta, di ciò che puoi constatare, di ciò che puoi vivere, perché l’etereo, prima o poi, svanisce, ma la sostanza resta. Ed è ciò che, davvero, ti rende maturo.