Le ferite dell’anima: triste violenza ai danni di gente buona, di persone che ti donano il loro cuore per vederselo martoriato così ingiustamente…
Le ferite dell’anima: fanno male, davvero.
Mi sono state inferte tante di quelle ferite morali, psicologiche, dell’anima, che ancora adesso mi domando come mai sono ancora in piedi.
Ho ricevuto tanta cattiveria, tanta spietatezza, tanta mancanza di empatia, ed essere ancora in piedi, dopo aver sperimentato giornate di dolore puro, giornate in cui senti il dolore sulla tua pelle, in cui senti dentro il peso di tutto quel male ricevuto, in cui ti rendi conto di quanto la gente possa essere cattiva, mostrando il suo vero volto che mai ti saresti immaginato potesse essere tale, mi sembra quasi strano o impossibile. Eppure, nonostante tutto, nonostante tutti, sono ancora fermo a raccontare, fermo ad ascoltare le ferite che mi hanno inferto, a sentirne il loro preso e il dolore sulla pelle: in tanti, in tantissimi mi ripetono che è “il tempo” a fare la vera differenza.
Il tempo è quello che cambia le cose: c’è un tempo in cui pensi di sentirti grande, di sentirti immenso, di sentirti unico nel tuo far male. Ti senti quasi un essere superiore, dotato di quella mancanza di empatia che lo rende una pietra, lo rende senza cuore e, per questo, illusoriamente inattaccabile a qualsiasi forma di rimpianto. Non tutti, però, si rendono conto del fatto che è sempre il tempo a fare, poi, la differenza anche in senso contrario: quando il brivido del delirio di onnipotenza sarà passato, quando tutto tornerà alla monotonia, quando l’ebbrezza del nuovo sarà superato, e la vita tornerà nel suo grigiore, tipico di gente che non ha un cuore, sarà lì che ogni nodo arriverà al pettine. La vita di questa gente, dall’esterno, è piena di successi, piena di brio, di cose da fare: dall’esterno, sembra che questa gente vivano sempre sulla cresta dell’onda, quasi dovendo ostentare la loro sicurezza, la loro barbarie. Eppure, non osi rendono conto di quanto ciò che dimostrano non è sicurezza ma insicurezza, non è forza ma fragilità. Di fatto, ciò che comunicano è totale inaffidabilità.
Perché si: per quanto tu possa ostentare, c’è sempre qualcuno che ti conosce bene, molto bene, e conosce la verità: la gente lo dimentica. Io no.