Lasciare soli è il peggior assassinio che si possa compiere: parole forti, ma quantomai reale, quantomai provate, quantomai certe!
Lasciare soli è il peggior assassinio che si possa compiere: sono parole forti, ma sono vere.
Mi dispiace usare parole così forti, così estreme, ma ci indigniamo tanto di fronte agli assassini, di fronte a chi ammazza, e non ci rendiamo conto di quanto, certe volte, la maggior parte delle volte, le persone siano perfettamente in grado di ammazzarti e di ucciderti anche senza armi, ma con azioni che fanno anche più male, con la cattiveria, con il male che fa usare le ferite degli altri per fare loro del male. Ecco perché mi rendo conto che chiunque ti lasci solo, volontariamente, senza paura, senza starci nemmeno a pensare tanto, si pone ad un livello di cattiveria senza pari, di cui deve rendersi conto, e se non se ne rende conto, è giusto che prenda le responsabilità di ciò che fa, perché se c’è una cosa che ho capito in questi anni è che gli altri non li puoi cambiare, ma puoi cambiare te stesso, puoi cambiare il tuo comportamento, puoi cambiare le cose che fai, le cose che pensi, le cose che osservi, i modi di agire, i modi di pensare.
Questa gente non si rende conto di fare del male, o più banalmente se ne frega delle conseguenze delle proprie azioni, se ne frega di quello che mette in atto, del male che ti fa quando ti lascia da solo e tu sei li, fermo, a cercare compagnia, a cercare una mano, a cercare di vivere momenti che desideri tanto, ma che, ti rendi conto, sei soltanto tu a voler vivere, con quell’entusiasmo, con quel desiderio, che, alla fine, ti vede solo esattamente come prima e come adesso, com’era e com’è.
Mi dispiace, ma chi ti lascia solo è un assassino che ti infligge dolore e ti trafigge senza coltelli ma con la cattiveria ed il male che fa un’azione così vigliacca, superficiale e sconsiderata, segno di superficialità e totale disinteresse.
Nel frattempo il tempo passa, e le giornate diventano mesi, anni, in cui non cambia niente ma resta solo quel senso di rabbia esplosiva che non se ne va in nessun modo. E vorrei anche ben vedere: non può che esserci rabbia e repulsione per chi è così cieco da non vedere altro che se stesso. Ed è proprio questo che ti lascia quel senso di disgusto, quel senso di vuoto, quel senso di rabbia che sa di sangue come i pugni dati sul tavolo, come le nocche che bruciano dopo aver sfogato la tua rabbia contro il muro.
Quanta inutile superficialità, quanto inutile tempo buttato a dire sempre le stesse cose. Quanta delusione. L’unica cosa che resta.