La responsabilità di essere una Persona Altamente Sensibile: lo sono, l’ho scoperto anni fa, e ne vado fiero, anche se so quanto male fa.
La responsabilità di essere una Persona Altamente Sensibile: una pesante e dolorosa responsabilità.
E’ una cosa che non ho mai detto e raccontato a nessuno, ma credo valga davvero la pena di raccontarvelo.
Fino a qualche anno fa non sapevo nemmeno dell’esistenza di persone speciali, davvero speciali: sono le Persone Altamente Sensibili, meglio note come PAS. Io stesso non sapevo di essere una di quelle persone, ma quando l’ho scoperto, mi sono reso conto di quanto raro e speciale sia ciò che è in me, ciò che vivo, come lo vivo, il modo in cui osservo, analizzo e percepisco il mondo dentro di me. Siamo persone speciali, ed io stesso non so bene cosa significhi essere PAS, ma posso dirvi come la vivo: una PAS sente molto di più i problemi degli altri come suoi, li vive sulla sua pelle. Ha una grande empatia, un livello estremo di empatia che lo porta ad assimilare in prima persona le sofferenze degli altri, a compenetrarsi, e questo lo rende unico, perché una PAS, come me, come tantissime altre persone, riuscirà a comprenderti e capirti anche oltre le singole parole, anche oltre quello che dici e quello che non dici. Siamo persone rarissime, che andrebbero trattate come teche di vetro, anche se la gente non si rende conto di quanto male può farci il loro comportamento, di quanto male possono farci con le singole parole. La gente non si rende conto di quanto il male ricevuto da una PAS sia atrocemente aumentato, amplificato, e ciò che, magari, per altri è una cretinata, potrebbe realmente distruggere una persona così sensibile.
Non sapevo di essere una PAS: un giorno, grazie al supporto fedele di un mio caro amico, parlando parlando mi vidi consigliare un libro, “Le persone sensibili hanno una marcia in più”, di Rolf Sellin. Ricordo, particolarmente, che mi diede la sua copia consigliandomene la lettura, e mi sono, effettivamente, reso conto che quelle parole, quel racconto così particolare mi rispecchiava in pieno, per le cose che provavo, che vivevo e che vivo!
Essere una PAS non è semplice e non è neppure così immediato come potrebbe sembrare: vi assicuro, però, che siamo persone rare e speciali. Adesso, forse, comprendete perché il male che sento è così grande, così particolare: è il male di una persona sensibile che sa cosa prova e cosa vive. E fa ancora più male quando la gente intorno a me, conoscendo questa dote, questo “coltello a due lame”, sa di poterti fare molto male con i propri comportamenti, e non perde occasione per farlo.
Adesso capite perché una PAS soffre due volte.