I silenzi di mille notti, nel vuoto e nel silenzio perfetto del giorno che va via, lasciano lo spazio alla purezza di momenti di intensa riflessione…
I silenzi di mille notti, nel vuoto di un tempo senza fine…
La notte porta sempre con se il silenzio: quando le voci se ne vanno via, quando resta soltanto il suono del vento, del vuoto tutto intorno, le immagini di auto che sfrecciano via, resti solamente tu, nel silenzio, circondato proprio da quel grande vuoto che rimane intorno, da quel senso di niente che circonda la calma della luce che se ne va per lasciare il posto a spicchi di luce nel cielo.
La notte spazza via il brusio del giorno, i rumori delle auto, della gente che corre, del tempo trascorso a cercare di andare sempre più veloce, trascorso ad accelerare, ad essere sempre preciso, puntuale, con un’agenda sempre da rispettare, appuntamenti da portare avanti, pensieri da collezionare, da categorizzare, e sensazioni, e desideri che ti scivolano addosso a poco a poco…
Poi non rimane più niente: la notte ti ritrovi a guidare lungo l’autostrada, con la luna davanti, ferma, a formare una specie di sorriso dorato nel cielo, e tu li, a sentirti piccolo, minuscolo, infinitesimale, indifeso, invisibile… Ti senti una minuscola briciola, una formica dentro un mondo gigante che, forse, neppure ti conosce, e che se ne frega di te, della tua storia, dei tuoi pensieri, delle tue sensazioni, delle tue necessità, dei tuoi desideri: chi se ne frega di quello che hai dentro, chi se ne frega di ciò in cui speri… Resti soltanto un frangente infinito, una scheggia di niente sparata in questo vuoto. Resti soltanto un numero tra miliardi di altre cifre infinite: resti solamente una punta d’inchiostro in un racconto che non ha una fine…
E non puoi che restare, ancora una volta, in compagnia di te stesso, a cercare di darti forza, a cercare di sperare, a cercare di non pensare: nel vuoto della notte, nel silenzio del tempo, dove sembri dissolverti dentro questo grande nulla…