I pezzi che ti lasci alle spalle, che ti rendono quello che sei adesso, che non eri ieri, che non sarai di certo domani…
I pezzi che ti lasci alle spalle, lungo l’arco del cambiamento…
Se c’è una cosa che ho imparato dalla vita è che il cambiamento ti porta a lasciare dei pezzi di te alle spalle: ogni giorno, vivendo, osservando, andando avanti, non te ne rendi neppure conto, ma molte parti di te vengono lasciate indietro, se ne vanno, si staccano, come qualsiasi animale che cambi la muta, come qualsiasi essere che cambia pelle, e mentre sei impegnato proprio ad andare avanti, quei pezzi di te si distruggono e spariscono per sempre. Non ho mai capito se, a conti fatti, questo sia un bene o meno: quello che so per certo è che non si è mai più uguali. Non si è più noi stessi: si cambia radicalmente sotto il peso del dolore, delle esperienze, dell’abbandono, della sofferenza, del male che gli altri ci hanno fatto, delle barriere che abbiamo imparato ad alzare per difenderci dal dolore, sotto il peso di quella armatura che preferiamo portarci addosso per evitare di essere feriti ancora una volta.
Si cambia, e alle spalle lasci i pezzi di te che non tornano: forse è un bene, forse è soltanto l’esperienza del vivere, forse è soltanto così che si cresce davvero, che si diventa adulti, che si impara a non soffrire, anche se – col senno di poi – non so quanto questo possa corrispondere alla realtà. So soltanto che quello che siamo adesso non siamo stati ieri, e non saremo domani: siamo anime e corpi in eterna evoluzione, in costante cambiamento, anche se non ce ne accorgiamo, perché è un processo che non si compie davanti ai nostri occhi, ma vive ogni giorno nel quotidiano andare avanti. Ed è un processo che noi non possiamo controllare.
Semplicemente perdi i tuoi pezzi migliori, e talvolta li lasci per la strada: forse è un bene. Altre volte, verosimilmente, ti resta dentro soltanto tanto dolore, e tante cicatrici che aspettano soltanto di rimarginarsi.
Il resto lo fa il tempo.