Hai rinunciato a ciò che eri per essere una persona normale, e non ti rendi conto che non c’è proprio nulla per cui essere felici!
Hai rinunciato a ciò che eri per essere una persona normale: e no, non dovresti proprio vantartene!
Non so quante volte possa essere accaduto e a quanti di chi sta leggendo possa davvero essere accaduto, eppure ho riflettuto parecchio sul senso della normalità a cui la vita pretende di esporci: quante persone hanno rinunciato a ciò che erano davvero, alle loro aspirazioni, ai loro sogni, ai loro modi di essere, solo e soltanto perché la società pretendeva che fossero persone normali, con ritmi normali, con vita normale, con noiose e tristi giornate grigie ma normali? In fondo, è così che funziona: per la società non sei normale se non rispetti gli orari, il ritmo di tutti, le imposizioni e le sovrastrutture che la società ti obbliga di rispettare per uniformarti alla massa, esattamente come vuole lei. Per la società non vai bene se hai dei sogni, dei progetti, delle ambizioni, delle aspirazioni, perché di fatto sei soltanto un perdigiorno che corre appresso a tutte le più stupide illusioni. E così, finisci per accettare qualsiasi compromesso in nome di quella normalità che la società pretende che tu vada a rispettare: accetti di mettere da parte i tuoi sogni e i tuoi progetti, accetti che la società ti trasformi a sua immagine e somiglianza, cancellando ogni forma di personalismo e di personalità in nome di quella omologazione che la stessa società di oggi pretende, perché dobbiamo essere tutti uguali, con le stesse regole, con gli stessi progetti, con le stesse abitudini, con la stessa ambizione. Dobbiamo essere persone che studiano, si laureano con il massimo dei voti, trovano lavori più o meno prestigiosi, conoscono una persona, si sposano, sfornano dei bambini: se sbagli anche solo una di queste tappe, se sei in ritardo sulla tabella di marcia, se c’è qualcosa che non funziona o se non sei d’accordo, la società, di fatto ti esclude ed inizia a guardarti con occhi differenti e diffidenti, perché tu sei quello che non va bene, perché tu sei quello incapace. E una cosa che mi fa paura è sapere che esistono persone che arrivano ad accettare i più beceri e miseri compromessi pur di diventare persone normali, abbandonando i propri sogni e di propri progetti, e, addirittura, gioendone.
Tutto questo mi rende triste. C’è solo un gran buio la fuori…