A volte ti penso in silenzio… Lascio che il tempo si fermi, ed io rimango così, a guardare il vuoto che è rimasto intorno, senza poter più dire nulla…
A volte ti penso in silenzio… E il tempo sembra non passare…
A volte torni, prepotentemente, nella mia mente, come è anche normale che sia: in fondo, ho deciso di accettarmi, di accettare che sia così, e non mi rimprovero ne cerco di forzare o distruggere i momenti in cui torni a mancarmi, ancora una volta. Accetto di essere umano e accetto che il mio cervello ed il mio cuore, talvolta, mi facciano sentire la tua assenza, come è normale e giusto che sia.
In fondo, credo sia assolutamente normale per una persona che ha amato davvero, che ha davvero investito il suo cuore in quel sentimento frantumato a migliaia di pezzi: beata te che sei così serena, che cambi pagina, capitolo, libro e libreria con la facilità con cui, la mattina, cambi i calzini o le mutande, come se l’amore ed il cuore di una persona, come se i suoi sentimenti, fossero stupidi fogli bianchi da strappare e gettare via, e chi se ne frega se su quel quaderno erano state incise, con tantissima fatica, frasi d’amore vero ed appassionato… Ma si, chi se ne frega, no?
Beata te che riesci nell’intento di non ripensare a quel ragazzo cheti ha amato così tanto, e per il quale valevi così tanto: beata te che sei stata in grado di farmi così tanto del male senza provare nessun tipo di dolore, assolvendoti dal tuo stesso comportamento così stupido e deleterio…
Beata te che riesci ad essere così felice, tanto, chi se ne frega se, alle spalle, hai lasciato macerie fumanti mentre ti voltavi e andavi via: d’altronde, per te è semplice, ed è semplice per chiunque, come te, non ci abbia mai messo il cuore. In fondo, se non ci metti il cuore, non rischi di lasciarlo da qualche parte e non rischi che qualcuno te lo frantumi a migliaia di pezzi. Io no: io il cuore ce l’ho messo davvero, e sono fiero di averlo fatto, e sono fiero di averci provato, e sono fiero di aver rischiato, pur con la consapevolezza che avresti potuto fracassarmelo, esattamente come, alla fine, hai fatto. Ma credimi, non me ne importa nulla: io, davanti ad ogni specchio, posso dire che non ho bisogno di auto assolvermi o di scappare, non ho bisogno di persone che mi facciano credere che ho fatto bene, che sono forte, che sono un tiranno, che sono una persona senza scrupoli e devo vantarmi di questo.
Di fronte allo specchio vedo le ferite che mi hai lasciato, e che sono rimaste dopo tutto l’amore che ti ho dato e che ti ridarei, perché non rinnego niente di tutto quello che ho fatto per te, e non avrebbe alcun senso rinnegare un amore bello, puro, sincero, onesto come quello che ti ho dato e avrei continuato a darti per tutta la vita. Purtroppo, mi rendo conto che non si può dare amore a persone egoiste, accecate soltanto dal loro ego smisurato, dalla loro immodestia, dal loro arrivismo, orbe di fronte alle esigenze degli altri e pronte, solo e soltanto, a difendere i propri interessi. Non posso rinnegare un amore bello e dolce come il mio, puro e con tutto quel senso di protezione e gioia che avrei voluto offrirti: come posso rinnegare tutto questo se devo soltanto andarne fiero? In fondo, non serve neppure cercare di farti capire, di farti ragionare: figurarsi… Non ti sei mai voluta sforzare di comprendere che non esisti solo e soltanto tu, ma esiste anche la persona che hai di fronte, la persona che ti da dei sentimenti e che ha bisogno, anch’essa, di protezione e comprensione. Cosa che, purtroppo, ti sei sempre guardata bene dal volermi anche solo lontanamente donare.
E così, capita che mi ritorni in mente, che ripenso a quel poco che abbiamo vissuto, quando ti ricordavi della mia esistenza, tra un silenzio punitivo ed una scusa, tra un “non ho voglia di uscire di casa” e un “oggi non ci vediamo”, che diventavano settimane intere: anche se sei davvero stata poco presente, e avevi sempre mille scuse per giustificarti, ammetto che quel poco mi ha fatto davvero tanto bene, e ripensare alla tua mano nella mia mi fa ancora star bene, ancora adesso, così come il ricordo di quello che pensavo fossi, ma hai dimostrato, con tutta la violenza e la cattiveria possibile, di non essere per niente… E così, qualche volta mi torna in mente quello che eri, quello che sei stata per me, quello che pensavo fossi, ma mi rendo contro che, purtroppo, non saresti mai stata quello che davvero credevo fossi per me, e non saresti mai stata in grado di essere quello che mi aspettavo da te: valevano solo e soltanto le tue regole, solo e soltanto ciò che imponevi, e se cercavo di farmi rispettare, ecco che scattavano rappresaglie, frecciate e punizioni di ogni tipo.
La gente si ostina a ripetere quella parola, “relazione tossica”: forse è stato così, non lo so… So per certo – e questa cosa riguarda solo me, sia chiaro – che qualcosa di bello hai saputo donarmi, e se solo fossi stata più rispettosa, se solo mi avessi voluto un po’ più bene, se solo ti fossi degnata di amarmi davvero, non avresti avuto altro che la certezza di un uomo che non t’avrebbe mai lasciata da sola, che sarebbe stato sempre al tuo fianco in ogni tuo momento di piccola o grande difficoltà. Tu mi hai consegnato nelle mani di un’altra persona, che non so nemmeno se c’è, se ci sarà, se esiste: tu hai rinunciato al bene più prezioso. E quando mi torni in mente, vorrei solo che te ne rendessi conto, ma so che è tempo perso. In fondo, non posso sperare nulla di quello che, purtroppo, mi hai dimostrato: la realtà è talmente tanto evidente e palese che ignorarla è impossibile, e sarebbe soltanto da stupidi evitare di rendersene conto…
Il tuo egoismo ha avuto la meglio su di te e su di noi. E non sai, credimi, quanto male faccia per chi sa amare davvero…