Ana Laura Ribas piange in TV la morte del suo adorato amico a quattro zampe: “per me è come perdere un figlio”, e la rete si scatena dandole addosso. Ecco perché non sono d’accordo.
Partiamo dal principio: non ne ero a conoscenza, ma pare che ieri, a Verissimo, la famosa showgirl Ana Laura Ribas, che molti ricorderanno come famosa valletta di “Ok il prezzo è giusto”, sia scoppiata in lacrime parlando della recente morte del suo cagnolino, Gregorio, già ventenne. Non ci sarebbe niente di male se non fosse che, come lei stessa ha affermato, perdere Gregorio è stato come perdere un figlio. Apriti cielo.
La rete si è scatenata in una maniera atroce: molti hanno iniziato ad inveirle contro, affermando che simili affermazioni sono, a dir poco, da scriteriati, perché l’amore di una padre verso un figlio non può minimamente paragonarsi a quello verso un animale.
Stronzate, a mio parere. E vi spiego il perché.
Sono sempre stato all’idea che l’amore verso un figlio e quello verso un animale, sebbene così diversi, si somigliano più di quanto non possiamo immaginare: non vedo assolutamente nessuna vergogna nella tristezza di una donna che ha perso un compagno di vita a quattro zampe, da accudire come un bimbo e che, a suo modo, è capace di dare affetto e dimostrarlo.
A questo punto, m’incazzo: le polemiche diventano, automaticamente, fuffa, specialmente se si considera che l’amore è uno solo, sia esso verso un cane, verso un bambino, verso un lavoro, verso qualsiasi cosa. L’amore non conosce differenze se nasce dal cuore, e proprio in quest’ottica credo che non ci sia nulla di vergognoso nell’ammettere di soffrire per quella morte.
E allora, smettetela una buona volta di considerare gli esseri umani superiori agli uomini: vi assicuro che l’amore che certi animali mi hanno dato (e mi danno) non è minimamente paragonabile alla sofferenza che certi esseri umani “superiori” mi hanno provocato. Essere umano non significa essere perfetto, così come animale non significa “oggetto senz’anima”!