Non capisco perchè il genere umano alle volte è così strano : per mentire a se stessi , per foderare la realtà e i propri occhi , per non vedere in faccia la realtà , quella cruda , quella vera , è capace di nascondersi dietro un muro trasparente di ipocrisia e dolore , fingendo che tutto stia andando epr il verso giusto , fingendo ciò che non si è , ciò che non si prova .
Non so bene se a volte manchi il coraggio , o quelle che vengono definite “palle” di affrontare faccia a faccia le situazioni , a quattr’occhi davanti una pizza , o davanti una coca cola fresca . No so perchè si tenti di cambiare sempre discorso , e non si vogliano mai affrontare i discorsi difficili o scomodi .
Non mi riferisco a qualche cosa di particolare , o forse si , ad esempio nella sfera “affettiva” , sentimentale . In amore , ad esempio , non capisco perchè non si affrontino mai dieterminati discorsi , e sono sicuro , e penso come me molti altri uomini che stanno leggendo queste righe , che almeno una volta le donne abbiamo esclamato la frase “senti , non mi và di parlarne , oggi sono stanca” , oppure”ma fai sempre gli stessi discorsi ? Non mi va di parlarne …” .
Ditemi che non è così ! Avanti , non è forse la viertà ?
Ecco , io queste cose proprio non le riesco a concepire , proprio non riesco è più forte di me !
Ma secondo voi , foderarsi gli occhi col prosciutto , o evitare come la peste di affronare certi discorsi che andrebbero affrontati , è forse il modo serio ed onesto di cambiare le situazioni ?
Per me è solo un labirinto senza uscita : prima o poi , si incapperà di nuovo nei soliti discorsi …
… Ma fatelo capire a certe teste di legno …
11 Commenti
Il mondo è pieno di gente senza palle…
ma se a volte si riuscisse semplicemente a sedersi a tavolino e PARLARE, non nascondersi dietro parole vuote…
si potrebbero evitare molte cose spiacevoli.
Per fare la pace bisogna essere in due, ma per fare al guerra… basta uno solo!
Quanto c’hai rgione : si eviterebbero tanti di quei casini ….
A volte basterebbe lasciar parlare il cuore, e riusciremmo a dare risposte sincere, delle quali non ci si pente.
Ma spesso manca il coraggio di guardarsi dentro…
Le cose di cui non si vuole parlare di solito sono quelle a cui non si vuole pensare. Non ti è mai capitato?
E’ vero , non posso darti torto !
Lo sai quanti casini si eviterebbero usando questo metodo ?
Si starebbe tutti più tranquilli ….
Non parlare di una situazione che va a male, peggiora le cose.
Non parlare può fra credere certe cose che magari non esistono, peggiornado i conflitti.
Parlare, chiarirci, far capire le proprie idee… aiuta.
Non dico altro.
Essere chiusi al dialogo è quanto di più dannoso possa esserci ….
(la mia presenza altrove è generalmente legata agli strumenti e alle opportunità di personalizzazione…)
buonaserata e ovviamente complimenti per il tuo blog e il tuo spirito d’ iniziativa…
Non so perchè ci si nasconda dietro qualcosa. Io spesso non riesco a dire quello che vorrei e mi nascondo nel silenzio per paura di essere fraintesa oppure perchè penso che quello che dico sarà ascoltato e subito dimenticato e spesso mi sono causata un sacco di guai. Adesso mia zia sta molto male e non riesco a farle sapere che le voglio bene e che non sono così brutta dentro come penso lei crede che io sia, mi ha sempre detto che dovevo essere come mia sorella e io per anni mi sono odiata per quello che sono e mi domando cosa possa avere mia sorella che io non ho, per meritarsi tutto questo affetto e questa considerazione…
Purtroppo spesso capita di non volersi arrendere davanti alla realtà.
peggio ancora è quando pur parlando, pur essendo sinceri ed onesti si cade nel labirinto delle MILLE motivazioni, senza far capire DOVE stia quella vera in mezzo a quelle aggiunte per non so quale strano motivo.
“La storia va bene, ma…confusione, lavoro, progetti, non mi fanno vivere con chiarezza il rapporto”… crederci, non crederci è soggettivo.
dipende chi fa determinati tipi di discorsi, certo sarebbe peggio andare avanti senza svelare all’altra parte ciò che FRENA, ciò che trattiene dal vivere con pienezza le proprie emozioni.
io per prima ho sbagliato tante volte, perchè per paura di perdere una persona fondamentalmente idealizzata, mi sono fatta andare bene una situazione che NON rispecchiava ciò che volevo veramente.
Ma ora che mi trovo dall’altra parte…e non vedo molta chiarezza… non so cosa sarebbe stato meglio!
Buongiorno cari amici .
Nel ringraziarvi per i vostri commenti , vi auguro una serena giornata .
Una sola considerazione : secondo voi , quanti casini si eviterebbero se si discutesse a quattr’occhi di situazioni che sempre si sono evitate ?
Meditiamo …
Un giorno di umore saltellante
Mi ricordo di averti conosciuta in uno strano giorno. Un giorno di umore saltellante, quando i pensieri arrivano di corsa e tutti insieme, e se ne vanno squagliandosi, bollendo e stingendo in un tempo troppo breve.
Ti ho conosciuta in un giorno di viaggio. Il mio sguardo confusamente ti agganciò, ti oltrepassò barcollante e impastato, ma poi tornò indietro per istinto. Ti acchiappò male, mi chiamò in soccorso.
Quel giorno non mi dovevo certo meravigliare di vedere due piedi in uno solo. Ma vederlo protetto in un involucro di gelatina mi sembrò troppo, mi spinse a guardare in su. Mi avvisò che quel giorno era proprio lui.
I tuoi occhi partivano da lontano in coppie ordinate, tutte alla stessa velocità si avvicinavano ingrandendosi e dissolvendo. In file interminabili imboccavano un?ampia curva e si dissolvevano. Occhi patchwork in flusso di fuga.
Cercavo d?immaginare di quale materiale fossero fabbricati i tuoi capelli, dove finivano. Quanti?
Erano i capelli a non permettermi di distinguere chiaramente il tuo viso? Oppure era il tuo stesso viso a rendersi indistinguibile per permetterti di camminare tranquilla?
Il vento voleva regalarmi la tua gonna, poi me la voleva togliere, poi ancora. Con la collaborazione di un?automobile impazzita, ti scaraventava tutta intera e tutta quanta, addosso a me.
Le mie braccia e la tua giacca saldate insieme, e la sensazione speciale di un?unica e grande autostrada del sangue.
Fu così che persi di vista la tua testa, probabilmente si era sostituita alla mia. Perché i miei capelli non erano mai stati di quel colore. Perché il rosso di solito non uso indossarlo. Perché giuro di non aver mai portato, nemmeno per scherzo, tacchi più alti di una certa misura.
Ricordo allora che fra me e te ci fu un sapore di colla. Ricordo che qualcosa di noi cercava di segnalare alle automobili la nostra posizione infelice.
Mica me lo urlavi l?imbarazzo, stavi in me con una sola testa in comune, e pareva ti divertisse. Parlavi con la mia voce ed io invece?invece io mi preoccupavo dei nostri gruppi sanguigni, il rigetto, la brusca marcia indietro.
I pensieri, in un giorno così, arrivavano in eccesso, cuciti insieme, ed anche non miei. Riflettendoci bene le gite nel Sahara non le avevo mai fatte, preoccupazioni per il seno non ne avevo mai avute. Mariti nemmeno, semmai mogli.
E la struggente passione per l?angostura? E l?ostinata fissazione per il bianco splendente ed un?unica e costosissima marca di ammorbidente? Rotolando amalgamato assieme a pezzi nient?affatto morbidi di te, mi ritrovai a percorrere incurante la strada di casa. Consapevole di possedere oramai due ginocchia da donna, un sedere paradossale, una bocca troppo sporgente e una voce da orco.
Io non mi ero mai sognato di comprarmi dei bracciali, e le anche parlavano indubbiamente una lingua diversa. Spigolose e leggere, dispettose e pesanti, larghe e strette.
Il mostro imboccò in fretta il portone di casa.
Salivamo le scale in un involucro di gommapane e il cuore, solamente mio per metà, sentiva il bisogno di uno specifico odore, un profumo femminile che si può acquistare solamente a Parigi.
Nel salotto il mostro sperava di poter dare una spiegazione. Nel salotto la risultante delle nostre arterie trovava rifugio nel divano complice.
Mia moglie entrò e trovò ad aspettarla solamente il divano, dello stesso colore di sempre, pulito più del solito suo. Entrò mia moglie e non si accorse dell?insolito respiro dei cuscini.
Ora vorrei chiedere a chiunque sia in grado di darmelo, un consiglio e un aiuto. Per sfilare il confuso personaggio da sotto i glutei della mia consorte e i suoi ospiti pesanti e inopportuni, impegnati in una veglia ininterrotta.
Hanno capito, hanno capito tutto. Qualcuno mi aiuti.