Posso essere fiero di me stesso. Per una volta, voglio rendermi conto che posso davvero, alla luce di dati che non possono sbagliare.
Posso essere fiero di me stesso. E per una volta, voglio rendermene conto.
In questa calda serata di luglio, faccio una riflessione, A conti fatti, posso dire di poter essere fiero di me stesso. Credo proprio che sia così. Ci ho riflettuto parecchio in questi giorni, specialmente se ripenso a quanta falsità ci sia in giro, a quanta gente si spacci per tutto quello che non è e che non sarà mai. Ho sempre lavorato onestamente e con il sudore della fronte, dando sempre il massimo di me stesso, e spesso prendendo calcagnàte che bastano la metà: non sono mai andato ad elemosinare qualcosa a qualcuno, magari per coprire la mia totale inettitudine, e nessuno mi ha mai regalato niente. Non sono mai andato dal politico di turno a leccargli il deretano con la preghiera di raccomandarmi e infilarmi dentro un posto di lavoro, “probabilmente perché non sono nemmeno capace di accedere un computer”, o “perché sono talmente inetto da non essere in grado di trovarmi il lavoro da solo”, peggio ancora “perché non ho ne esperienze ne capacità”. Non ho mai ricorso a mezzucci di nessun genere per ottenere qualcosa, tranne che il sudore della mia fronte e l’impegno di farcela giorno per giorno, senza che il potente di turno mi rappresenti o parli in mia vece, magari facendomi trovare la proverbiale “pappa pronta”, tutto già servito senza nessuna fatica.
Ecco, il punto è precisamente questo: la gente non sa che cos’è la fatica. La gente non sa cosa significa combattere per le proprie idee, per i propri ideali, per le proprie passioni, e la rovina di costoro sono coloro che assecondano le raccomandazioni di questa gente, non rendendosi conto che distruggono anziché aiutare, perché, se anziché imparare un mestiere lo regali, se anziché far vivere la vita e le sue difficoltà a qualcuno, fai in modo di evitargli ogni problema affrontandolo al suo posto, non stai salvando una persona dalla sofferenza, ma stai allevando una persona a cui stai creando una disabilità, un handicap, perché stai allevando una persona che non sa affrontare le difficoltà della vita, perché tanto avrà sempre qualcuno che le affronterà al posto suo!
Io, nel mio piccolo, sono forse l’ultima ruota del carro, e mi va bene così, ma non ho mai seguito scorciatoie di nessun tipo: sono stato anni chino su un PC a studiare, buttato sui libri, a perdere la vista davanti ad un computer per avere tutte le conoscenze che ho adesso, ho iniziato a studiare la musica a quattro anni, e continuo a suonare ancora adesso, fino a farmi venire i calli sulle mani, ho girato le emittenti radiofoniche di tutta Italia per essere lo speaker radiofonico che sono adesso, iniziando all’età di quattrodici anni.
E mi incazzo: quando vedo che c’è chi ha la pappetta pronta, la raccomandazione del politico di turno che ti incolla il culo su una sedia in pelle, senza che tu debba fare il minimo sforzo, mi imbestialisco, perché sono persone usurpatrici di posti di lavoro che dovrebbero andare a persone sicuramente più meritevoli. Il fatto è che questa gente agirà sempre e comunque in maniera completamente indisturbata, perché sanno di essere “intoccabili”, e sanno bene che nessuno andrà mai da loro a chiedere se hanno davvero delle reali conoscenze, se conoscono davvero le lingue, se sanno realmente quello che stanno facendo. Ed è qui che perdo la pazienza, di fronte ad esseri striscianti senza spina dorsale, che rappresentano la reale rovina di questo Paese: potrete anche farla franca, potrete anche essere tra quelle persone che hanno avuto tutto senza sforzo, ma non riuscirete di certo a fuggire alle regole della vita.
Quelle, statene certi, se ne fregano del potente di turno, e sarà allora che vi renderete conto di non essere nulla, e di non essere in grado di saper affrontare nessuna difficoltà. Cercherete l’ennesimo aiuto, ma questa volta vi andrò decisamente male.
Perché puoi essere furbo quanto vuoi, ma alla vita non scappi!