Tutto quello che resta

Tutto quello che resta

Tutto quello che resta, tutto il dolore di chi rimane e deve far fronte a ciò che è rimasto, seppure siano solo macerie o frantumi…

Tutto quello che resta, in mezzo a quello che, inutilmente, rimane…

È difficile immaginare tutto quello che resta, perché il dolore vero non è di chi va via, ma di chi rimane: me lo ripete spesso un mio amico, e mi racconta come il dolore sia quello delle persone che restano, che subiscono l’abbandono, che sono costrette ad andare avanti nonostante la perdita. Mentirei se dicessi che queste sensazioni non siano state vissute, almeno una volta nella vita, da chiunque: prima o poi, tutti dobbiamo affrontare la perdita, tutti dobbiamo accettare il volere di chi ti abbandona nonostante tu possa continuare ad avere sentimenti veri, e tutti dobbiamo resistere al dolore del ritrovarci catapultati in una realtà che altri hanno voluto per noi, o che – più banalmente – le contingenze hanno creato senza che ci sia data la possibilità di fare nulla. La verità è una: dimentichiamo spesso che, nella vita, non abbiamo e non possiamo avere il controllo su tutto. Ci sono situazioni, eventi, dinamiche, che non possiamo cambiare, che non possiamo gestire. Semplicemente, in un modo o nell’altro, ci vengono imposte, e sta a noi doverle accettare, metabolizzare, e superare. Lo so, è una vera violenza, ma quante volte ci siamo ritrovati a soffrire per il volere di altri, perché qualcuno ha deciso (anche) per noi, senza nemmeno chiederci cosa ne pensassimo? È una regola del gioco della vita a cui non possiamo sottrarmi. Il dolore è quello di chi resta è mai di chi va via: la sofferenza, le lacrime, il dolore, sono tutte appannaggio di chi rimane, di chi deve reagire, di chi deve trovare modi per continuare a restare in piedi e lottare, giorno dopo giorno, per questa vita.

Purtroppo o per fortuna, serve anche questo per diventare più forti!

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