Basterebbe che tutto fosse più semplice: non è una grande pretesa, ma basterebbe già a vivere davvero meglio e decisamente più serenamente!
Basterebbe che tutto fosse più semplice: non si tratta, in fondo, di una pretesa così assurda. Anzi…
Alle volte mi chiedo se siamo noi a rincorrere situazioni obiettivamente complicate, o se sia soltanto la vita a metterci di fronte a questa tipologia di dinamiche: sta di fatto che andare avanti giorno dopo giorno diventa davvero difficile quando tutto ti rema contro, quando tutto è difficile, quando non ottieni la collaborazione necessaria per dare il massimo in maniera semplice…
Nell’esatto istante in cui ti ritrovi a dover avere a che fare con situazioni che non dovrebbero – di norma – competerti, è logico che tutto diventa estremamente difficile, e affrontare le singole giornate diventa realmente sfiancante e frustrante. Basterebbe soltanto che tutto fosse più semplice, che la gente si rendesse conto dell’importanza della collaborazione reciproca, che ci sia una reale presa di coscienza circa il fatto che lavorare bene comporta l’impegno e la costanza da parte di tutti: e anche vero che – più volte – mi sono domandato se il reiterarsi di questo tipo di circostanze nell’arco della nostra carriera personale e professionale sia sintomo di una “coazione a ripetere”, ovvero un ripetersi di determinate dinamiche errate e disfunzionali quasi come se non si fosse mai del tutto imparato qualcosa dalle lezioni e dalle esperienze precedenti. Non saprei dire se è davvero così, ovvero che siamo noi ad andarci ad impelagare in situazioni complicate e difficili in maniera più o meno consapevole, vuoi per necessità, vuoi per colmare dei vuoti, vuoi per mero bisogno: quello che so per certo è che vivere in questo modo diventa svilente, ti distrugge pezzo dopo pezzo, ti svuota, frantuma a mille pezzi ogni singola voglia di fare sempre meglio e sempre di più. E che sia chiaro: la colpa non è affatto nostra ma di chi, attraverso la sua superficialità, incompetenza e menefreghismo, trasforma la quotidiana esperienza personale e professionale in qualcosa di svilente e svuotato di qualsiasi sensazione di meraviglia e di soddisfacimento che rende il vivere una stupida di insignificante inerzia, sbiadita d’ogni sua più bella sensazione.
E vi assicuro, non è affatto bello…