Ho sempre combattuto da solo. E lo faccio ancora adesso! Me ne rendo conto nei momenti di riflessione personale tra mille ricordi…
Ho sempre combattuto da solo. E lo faccio ancora adesso… E avrei davvero tanto da dire!
A volte mi fermo a riflettere, e mi rendo conto di quanto io abbia sempre combattuto da solo, e di quanto continui a farlo ancora adesso: ho affrontato momenti difficili, la solitudine dell’abbandono, la cattiveria delle persone che amavo, il dolore di chi se ne è andato via senza troppe remore dalla mia vita, il silenzio di certi momenti che mi hanno distrutto e mandato in frantumi, l’arrendevole realtà della perdita delle persone a cui si vuole bene, le domeniche pomeriggio senza fine passate a piangere nelle strade deserte, sentendo addosso tutto il peso ed il dolore della mancanza, e mille momenti fatti di sofferenze silenziose, di lacrime piante di nascosto quando nessuno se ne rendeva conto, quando nessuno se ne è mai reso conto, come le sere trascorse a camminare sotto la pioggia senza l’ombrello, sentendo addosso la pioggia che picchiava sempre più forte sul cappuccio… Ho sempre combattuto da solo, ho dovuto rialzarmi, ho dovuto reinventarmi e mettere insieme i pezzi di me che altre persone si sono divertite a frantumare, e di questa gente ne ho conosciuta davvero tanta: mentre io soffrivo, nei pomeriggi d’estate che sembravano infiniti e senza via d’uscita, loro si divertivano nelle mete turistiche, nelle spiagge assolate, nel più totale divertimento, totalmente incuranti di aver distrutto una persona, completamente insensibili al dolore che hanno provocato. Mentre io trascorrevo le mie sere a camminare sui marciapiedi e lungo le strade vuote, nel freddo gelido della sera, questa gente era a festeggiare chissà dove, a vedere concerti, sentire musica, andare in giro, vedere gente: ho sentito quel freddo addosso tante di quelle volte che, ormai, sono diventato completamente insensibile. Ho combattuto da solo quando stavo male, quando la gente non capiva il mio malessere, quando nessuno si rendeva conto della mia sofferenza, e sembrava quasi che le mie parole se ne andassero via al vento, invisibili e libere perché slegate da ogni forma di ascolto, da nessun interlocutore che comprendesse davvero il senso di quelle frasi. Ho combattuto da solo e mi sono rialzato mille volte: forse è per questo che, adesso, non sento più nulla, quasi come se fosse rimasto soltanto uno strato coriaceo figlio di tutta quella sofferenza.
Non lo so: so per certo che ho affrontato tante battaglie. E che da troppo tempo non c’è più un reale senso di serenità…