Schegge di dolore, di questo dolore tagliente che ti ricorda tutto quello che è stato senza riuscire a farti vedere quello che sarà…
Schegge di dolore, nel silenzio di certi momenti vuoti…
Che dolore quando ti prendono ste serate maledette di profondo dolore interiore, di quella bruttissima morsa che ti prende alla bocca dello stomaco, in cui la mente torna schifosamente indietro, in cui tutto ti ricorda tutto, e il silenzio della notte pesa molto, molto di più. I ricordi ti distruggono anche se non hanno più un senso, perché il passato non può avere un peso nel presente, non può avere conseguenze adesso, ora, perché è già stato e non è più. Ed è proprio quello il problema. Fa male perché restano cicatrici come solchi sulla pelle che, certe volte, in particolari periodi della tua vita, quando sei maledettamente sotto stress, quando sei sotto pressione, si riaprono e scatenano tutto il dolore che hanno dentro, e ti fanno soffrire, e ti distruggono come le lacrime che non piangi più, come le parole che ti sono rimaste stupidamente strozzare in gola, piegate dal peso dei sogni spezzati e delle ali strappate senza fiato e senza pensieri. Sento addosso tutto il peso di queste notti così difficili, nel silenzio di una solitudine che ti riporta indietro, che ti frantuma come volti che non si guardano, come persone che non si guardano più. Odio il dolore ed il peso di queste notti così tristi, di queste lacrime così opprimenti quando la mente se ne va e non c’è niente e nessuno che la fermi: senti solamente questo dolore, questa morsa che non se ne va, è vorresti piangere e non ci riesci, e soffri rendendoti conto di quanto sei cambiato, di quanto la vita ed il tempo, ormai, ti abbiano distrutto in maniera irreparabile, e non c’è nessuno che riesce, più, ad aggiustarti. La mia mente se ne va, il dolore ti si fracassa addosso come una spranga di ferro sbattuta sugli zigomi, e tu vorresti parlare, e tu vorresti cambiare, e tu vorresti capire, e vorresti scappare via dai tuoi pensieri, da tutto quell’inutile soffrire, abbandonato a tutto quel dolore che ti esplode dentro, e nemmeno io me ne rendo più conto, e nemmeno io so più capire niente, e nemmeno più io so cosa significa tutto questo. Fa solo così male che non so più capire perché. Fa male il silenzio di questa notte. Fanno male quelle cicatrici che bruciano come schegge taglienti in questo maledetto vuoto. Vorrei che fosse tutto diverso da così, ma questa fragilità si perde nella sofferenza di tanti e troppi dolori. Vorrei che nulla di tutto questo fosse mai accaduto e che niente fosse mai esistito, perché sono stanco del dolore di queste cicatrici sulla pelle e nelle parti più profonde di te.
Adesso c’è solo questo vuoto dentro questo silenzio. E tutto questo non passa. Non passa più.