Notte di pioggia, mentre resto, nel silenzi, ad ascoltare un dolore che torna a farmi compagnia: le gocce cadono e i pensieri scivolano giu…
Notte di pioggia, mentre tutto ti scivola addosso…
Notte di pioggia… Io resto fermo ad ascoltarla, mentre la mia mente torna indietro, torna a pensare e ripensare, rivede, osserva, pensa, torna ad immaginare, ad osservare… E tutto sembra fermarsi, sembra infrangersi come il cristallo che cade in terra a mille pezzi… E questa pioggia continua a cadere, e ripenso a quante volte l’ho sentita in questi mesi, in questi anni, negli anni della mia vita, nei ricordi, nei meandri della mente, delle notti passate da solo, lungo le strade vuote ed in silenzio, a sentirti cadere le gocce addosso volutamente e senza ombrello, quando le lacrime si mischiavano alla pioggia sul viso, e non sapevo più cosa ne era di me, mentre camminavo e osservavo le strade, i palazzi, le case illuminate all’ora di cena, mentre tutti erano riuniti a guardare la TV, a cenare, a giocare, a stare insieme, ed io avevo solamente la compagnia di me stesso e del mio dolore…
E ora resto qui, in questa notte di pioggia, a pensare, a ricordare, a sentirmi addosso i frangenti di quel dolore, i pezzi rimasti di una ferita che guarisce, ma la cicatrice resta, proprio come rimane il segno del dolore, il segno del tempo che passa sempre troppo veloce quando vorresti che restasse congelato, e troppo lento quando vorresti che andasse via come va via quello che stringi disperatamente tra le mani. E resto fermo, ad ascoltare questa pioggia fuori e dentro di me, e sento l’eco di un dolore e di una sensazione che conosco bene, fin troppo bene, e che preferisco non guardare, voltarmi, andarmene, scomparire da quello che distrugge questo tempo.
Ed è come quando corri, scappi, te ne vai, ma non sai neppure tu dove. È solamente scappare, è solamente correre sotto la pioggia, è solamente scappare da te. Ma dove stai andando? Ma cosa ne sarà di te?