Deprivazione del ricordo: non si tratta di qualcosa di innaturale, ma, piuttosto, di una chiara reazione da parte di chi cerca di superare e andare avanti!
Deprivazione del ricordo: la naturale conseguenza dell’andare avanti.
Sebbene molti dicono che non sia così, prima o poi tutti andiamo incontro ad una deprivazione del ricordo: non si tratta certo di cattiveria, né tantomeno di dimenticare fatti e persone che, in qualche modo, possano essere stati importanti per noi. Eppure, talvolta, certi ricordi fanno fin troppo male e non ti chiedono altro che di essere dimenticati! Che poi sia chiaro: i ricordi, in generale, non vanno mai dimenticati! Immaginate quanto possa essere pericoloso dimenticare il ricordo di una persona che ci ha fatto del male, di quanto ci abbia fatto soffrire, delle giornate trascorse a piangere… immaginate anche solo lontanamente di dimenticare tutto questo dopo che è accaduto: sarebbe semplicemente deleterio, e ci porterebbe, in futuro, a ripetere gli stessi identici errori. Un vero disastro!
Si tratta, più banalmente, di andare avanti estirpando il ricordo di ciò che è stato e coltivando la speranza di quel che sarà, pur “spostando” tutti quei pensieri che ci hanno portato a soffrire. Il che – badate bene – non significa affatto dimenticare! Al contrario, significa andare avanti mettendo di lato esperienze negative che, in qualche modo, pur facendoci soffrire, ci hanno plasmato e hanno creato in noi degli “anticorpi” necessaria non reiterare quella stessa sofferenza in futuro!
E allora che fare? Dimenticare così facilmente? Rimanere nel presente pur con la testa al passato? Assolutamente no, Non sia mai! Si tratta, piuttosto, di andare avanti per la nostra strada pur consapevoli di tutto quello che abbiamo passato, di tutto quello che abbiamo visto, di tutta la sofferenza che abbiamo sofferto e provato sulla nostra pelle. Si tratta di coltivare la consapevolezza di non diventare persone più brutte e cattive di quelle che ci hanno fatto soffrire. Capisco e comprendo molto bene che non sia affatto facile né immediato, ma è quasi una sorta di “strada obbligata”, perché si smette di soffrire soltanto dopo essere passati in mezzo alla sofferenza. A tutta la sofferenza.
Per poi uscirne davvero più forti!