Quel lento logorarsi figlio del dolore, del silenzio della notte che sembra distruggere ogni parte di te, senza più riuscire a ricostruirla…
Quel lento logorarsi, quel lento perdersi nel dolore…
Quel lento logorarsi, rivoltati nei pensieri, rivoltati nelle paure, in tutto quello che non cambia ed in questo tempo che sta sparendo, che sta scappando via senza nemmeno avvisare: ti ritrovi una notte, a guidare in mezzo all’autostrada con la testa che ti esplode di pensieri, a guardare il tempo intorno scorrere come scorrono le strade e le luci della notte, e vorresti trovare parole che non trovi, scappare via dai pensieri che non riesci ad ignorare, ma non ci riesci, non ci si riesce…
Resta solo questo tempo tinto di vuoto, queste parole che se ne vanno via nel cielo della notte senza nemmeno la luna: resti fermo in questa strada che cammina davanti a te, che scorre come scorre il vivere, ma cosa resta? Cosa resta di tutto quello che volevi? Cosa resta di tutto quello che desideravi? Cosa resta di tutto quello che avevi pensato, che avevi disegnato con tutta quella passione? Cosa ti resta? Cosa ti rimane tra le dita? Cosa ti rimane da stringere tra le mani tranne quel niente tinto di vuoto e di notte che vivi per inerzia, che vivi quando vai avanti nel silenzio delle stesse giornate? E’ questa la vita che volevi? E’ questa la vita che cercavi? Che vivere stai vivendo adesso? Che vita hai davanti a te ora che tutto sembra diverso ma, forse, non cambia nella sostanza ma solo nella forma?
Restano tante domande che non trovano risposta, esattamente come la luna che non si vede nelle notti ancora troppo, troppo scure: uno strano senso di vuoto avvolge il silenzio. E tu resti in mezzo, a non capirne niente. A non sapere che fare, a non sapere che pensare, a non sapere cosa dire.
C’è ancora troppo scuro e troppo silenzio intorno. E la luce no, non si vede.