Il “non vivere”, quel vivere silenziosamente, quel vivere come se non vivessi anche se sei vivo: quel vivere senza più spinta, ma solo per inerzia.
Il “non vivere”: quel vivere d’inerzia, senza più nessuna spinta.
La verità è che puoi benissimo essere morto anche se sei vivo e su due gambe: riprendo il concetto che ho espresso lo scorso venerdì santo, quando raccontavo che – per chi è credente – non sempre la morte è soltanto quella di un uomo sulla croce, un venerdì di aprile. Tante, troppe persone muoiono ogni giorno, pur essendo vive: si muore a piccole dosi, ogni giorno in cui ti alzi e non hai più speranze, ogni giorno in cui vivi una vita che è vuota, deprivata di tutte quelle basi fondamentali che è il vivere. Muori ogni qualvolta vedi la gente stare insieme, e ti rendi conto di essere stato abbandonato, di essere stato sfruttato, di essere stato trattato come un giocattolo rotto che non ha più nessun tipo di interesse.
Si muore anche se sei vivo: non bisogna per forza “non esserci più”. Puoi essere morto anche se sei su due gambe, anche se sei da solo con te stesso, anche se sei vivo. Il momento in cui ti alzi dal letto, rappresenta il vuoto del vivere: puoi essere morto anche se sei vivo quando non hai una famiglia accanto, quando l’ultimo amico se ne è andato, quando hai sperimentato l’abbandono del tuo cuore, delle tue speranze, dei tuoi sogni. Muori ogni giorno, a piccole dosi, quando resti da solo con te stesso, quando deponi le armi di fronte al niente che è rimasto, di fronte a tutto quello che gli altri ti hanno distrutto e fatto perdere. Muori ogni giorno, come piccole dosi di veleno giornaliero, quando sei vivo ma è l’inerzia a muoverti, nel niente in cui sei calato, nel nulla che rimane nel silenzio e nel freddo di certi momenti che distruggono ogni tua certezza, che distruggono ogni tua dignità.
Puoi benissimo essere morto anche se sei vivo: siamo abituati a considerare il vuoto e la mancanza di qualcuno solo quando, fisicamente, non c’è più. Eppure, puoi essere assente anche essendo in piedi e su due gambe. Ed è una sensazione che nessuno dovrebbe mai provare nella sua vita.