Stai lentamente svanendo dentro il mio mondo, e di te non resterà più niente, perché, in fondo, è esattamente quello che hai voluto tu.
Stai lentamente svanendo dentro il mio mondo: e lo hai voluto tu.
Stai lentamente andando via, forse per sempre, dal mio mondo, dalla mia testa, dal mio cuore, ed è un momento, per me, così maledettamente difficile, soprattutto perché mi rendo conto che non c’è altra via d’uscita tranne quella di abbandonarti. Bada bene: non abbandonarti come hai fatto tu, mentre ancora ti amavo, mentre ancora avrei voluto avere un futuro ed una vita insieme. No. Ti abbandono al tuo destino, alla tua vita, anche perché sei andata via, ormai, da fin troppo tempo, e non posso non pensare alle parole che, un giorno, mi disse un amico:
Stai continuando ad adorare un cadavere sperando che torni in vita, ma quel cadavere, ormai, è morto da fin troppo tempo, e non ritornerà…
Se non bastasse, tu sei già avanti, pensi ai fattacci tuoi, alla tua vita, a tutto quello che usi per ingannare il tempo e la realtà, e mi rendo conto che non ci sono altre vie d’uscita se non quella di lasciarti andare e dividere, per sempre, le nostre strade. E questa cosa mi uccide, mi distrugge dal dolore, dalla sofferenza, perché non vorrei lasciarti andare, non vorrei cancellarti, non vorrei lasciare perdere quello che sei stata e sei per me, ma il mondo e la vita stanno continuando ad andare avanti intorno a me, e tu non hai nessuna pietà per me, come non ne hai avuto per il mio cuore, guardando soltanto a te stessa, guardando soltanto la tua persona, i tuoi sogni, le tue aspirazioni, il tuo egoismo maledetto che ci ha ridotto in questo stato. E non ne soffri, non ne soffri minimamente.
Non posso io, purtroppo, ancora continuare a dedicarti la mia vita ed il mio tempo come se fossi qui con me, quando, purtroppo, mi hai abbandonato due volte, senza cuore e senza rispetto, andando via e tornando per come hai creduto, rinunciando ad una persona che aveva progetti d’amore veri per te, e dimostrando cosa conta davvero per te, cioè l’etereo, l’illusione, la superficialità, le cose di poco conto, anche perché credo che tu sfugga alla vita vera, alle vere responsabilità, all’impegno. Quasi come se volessi raggiungere obiettivi e sogni in maniera fin troppo semplice: “massima resa con la minima spesa”, o con il minimo sforzo. Vorrei ancora aspettarti, stare fermo a capire, stare fermo a credere che torneresti, che tornerai, ma cosa ne verrebbe fuori? Cosa ne guadagnerei? E in fondo, dov’eri tu quando il cuore mi scoppiava nei pomeriggi d’estate, da solo, per la strada, a camminare e piangere, e urlavo il mio dolore e le mie lacrime, e tu nemmeno mi sentivi? Dov’eri quando passavo giorni interi a scriverti, ad inviarti vocali, e tu ignoravi ogni mia parola volontariamente, per punirmi con il silenzio? Dov’eri quando avevo bisogno di te, e le lacrime dovevo asciugarmele da solo, o fare affidamento sulla presenza dei miei amici che non mi hanno mai lasciato solo un singolo istante? Dov’eri quando andavi al mare, a divertirti, nei teatri, nei cinema, e lasciavi morire me dal dolore psicologico e fisico? Dov’eri quando stavo male, quando avevo addosso un paio di stampelle ed il mio dolore non valeva nulla, anzi, addirittura, mi sono sentito dire che mentivo? Lo sai quante maledette volte ero in lacrime, come in questo momento, e mi ritrovato a mettere emoticon sorridenti mentre mi stavo distruggendo dal dolore? E tu, tu dove cazzo eri? Dov’eri nei miei silenzi, dov’eri nelle sere buie che passavo sotto la pioggia, a piangere, in mezzo al freddo? Dov’eri?
Mi rendo coscientemente conto che tu sei felice semplicemente perché te ne freghi di tutto, te ne sei sempre fregata di tutto e continui a fregartene, contenta di quell’illusione che preferisci vivere. Io, per fortuna, so di essere una persona concreta che vuole fatti concreti e vivere una vita fatta di progetti seri, di sacrifici, di amore condiviso.
Ti ho dato tanto di me, ti ho dedicato la mia vita ed il mio tempo, le mie speranze, i miei sogni, i miei progetti, e tu non hai avuto nessuna pietà nel distruggerli senza cuore e senza rispetto, senza pietà e senza nemmeno pensare a come mi sarei sentito: mi fa male in un modo che non so descriverti anche la sola idea di doverti cancellare, di doverti non pensare più, di rendermi conto che sei come morta davvero, che non esisti più, anzi, che hai deciso di non esistere più volontariamente, lasciandomi perdere, lasciandomi arrangiare con il mio dolore che mi hai scagliato addosso. Mi manca tutto quello che facevamo insieme, mi manca tenerti la mano, mi manca tutto quello che hai rappresentato per me, e mi uccide l’idea che devo cancellarti per sempre, che devo fare in modo che tu non esista più nella mia vita e nel mio tempo, ma razionalmente mi rendo conto che non posso adorare il vuoto, stare fermo, bloccato, ad adorare il nulla, adorare l’inesistente, parlare di te, pensare di te, se non esisti più. Qual è l’utilità, la produttività di continuare a pensarti e avere ancora cuore per te se non esisti più? Quanta vita sto perdendo per dedicarla a te che nemmeno esisti, che nemmeno sai cosa significa avere l’amore di una persona che vive soltanto per te? Come posso, ancora, perdere il tempo appresso al niente che, ormai, hai deciso di rappresentare?
Purtroppo, continuare in questo modo significa soltanto continuare ad accoltellarsi per una persona che non sa nemmeno che io esisto, che sorride al niente che ha deciso di vivere senza nemmeno curarsi se sono vivo o morto, se esisto o se non esisto: ti ho atteso invano, ho sperato, ho pregato forte come non ho fatto in tutta la mia vita messa insieme, e non è servito a niente, perché non hai un cuore, e chi è senza cuore non sa ascoltare il dolore, non sa ascoltare la sofferenza degli altri ne quella scagliata alle altre persone.
Continuare in questo modo è autolesionismo puro: continuo a pensare chi mi ha abbandonato e mi faccio semplicemente del male, continuo ad attendere, continuo ad aspettare non ho capito neppure che cosa, e questa cosa non ha razionalmente alcun senso. Completamente. Forse, se trovo il coraggio di chiudere i conti ancora aperti con il mio passato, mi faccio del male, ma poi passa e guarisco. Non lo so. Sicuramente, tu lo hai fatto con grande serenità e superficialità, senza nemmeno provare dolore, sofferenza, rimorso, e sei guarita quasi subito, anche perché ti sei ricoperta di illusione pur di non voltarti a guardare quello che hai lasciato indietro, quelle macerie che hai generato volontariamente, quei pezzi del mio cuore sparsi in giro a soffrire che tu hai distrutto senza alcun rimorso.
Non so in che modo riuscire a trovare la forza di cancellarti, te lo giuro. Non so nemmeno come fare a rendermi conto che non esisti più, non so neppure come fare a lasciarti perdere per sempre, a lasciarti andare al tuo destino, a rendermi conto che non ci sei più, che non ci saranno più le tue mani, i tuoi capelli, ma la mia salute cede giorno dopo giorno, ed io lo sento. La mia mente, il mio corpo, mi fanno capire che devo lasciare indietro chi ha deciso di restare indietro. Sei scesa decine di fermate fa, ed io sono ancora appiccicato al vetro del treno a cercare di vedere se riesco ancora ad intravederti, e mi perdo, nel frattempo, tutto quello che ho davanti, il viaggio che la vita mi propone, i luoghi, i posti, i paesaggi. Ed io non lo posso più fare, soprattutto per rispetto verso me stesso, verso il mio corpo, la mia mente, la mia psiche. Non so trovare la forza ed il coraggio di chiudere per sempre il libro, di seppellirti metaforicamente e lasciare che non resti più niente di questo periodo vissuto insieme, che per me era realmente importante: ma quanta vita sto perdendo, adesso, per continuare a restare nel passato che… E’ già passato e non ritorna? Non so dove trovare quel coraggio che tu, da brava persona senza cuore, hai avuto fin da subito, non lo so davvero. Mi sento così perduto, ma, contemporaneamente, vedo che ci sono persone che possono essere interessate a me, che vogliono conoscermi, ed io mi ritrovo sospeso a metà senza capire più niente.
Vorrei soltanto che, per una cazzo di volta nella vita, la ragione prevalesse sul mio cuore.