Chi è causa del suo male non può piangere altri che se stesso!

Chi è causa del suo male non può piangere altri che se stesso

Chi è causa del suo male non può piangere altri che se stesso: inutile stare a cercare intricati giri di parole. La verità è semplicemente questa!

Chi è causa del suo male non può piangere altri che se stesso: il resto sono inutili chiacchiere.

La vita è semplicemente bastarda, e lo dico senza troppi giri di parole: è bellissima, ti offre un sacco di sorprese giorno dopo giorno, ma è maledettamente spietata, anche più degli uomini e delle donne, la cui spietatezza è, spesso, “artificiale” ed indotta volontariamente. La vita, no: a volte può essere veramente molto cattiva con le persone, e tante volte è una cattiveria figlia, insita, anche dei comportamenti che la stessa gente ha avuto. Adesso non voglio stare qui a tirare in ballo il Karma, come sempre, anche perché diverrebbe un discorso riduttivo e ridonante, e ne sono pienamente consapevole, ma credo che, tante volte, le persone soffrano non soltanto per quello che hanno fatto alla gente, per la loro stessa cattiveria, ma, più che altro, perché sono vittime di loro stesse!

La vita, spesso, è il riflesso del nostro stesso vivere, del nostro stesso agire, delle nostre stesse azioni, e logicamente questo comporta delle conseguenze che noi tutti viviamo giornalmente, che tutti noi possiamo, letteralmente, “toccare con mano”: spesse volte, quindi, coloro che vivono una particolare sofferenza interiore, dovrebbero rendersi conto che il loro “status” è conseguenza di quello che, a conti fatti, sono stati e sono, e non dovrebbero certo prendersela con il “background”, con quello che hanno intorno, quando, piuttosto, dovrebbero mettere in atto una sana ed utile autocritica… Ma si sa: mettere in discussione se stessi è maledettamente impossibile, specie per quelle persone che indossano la maschera della perfezione, dell’impassibilità, di coloro che non sbagliano mai e non possono fallire: immaginate cosa potrebbe accadere ad una persona che mostra agli altri di non sbagliare mai, nell’esatto momento in cui, guardandosi allo specchio, si rende conto di quanto abbia sbagliato, ed anche tanto. Una crisi è il minimo. E questo ci fa capire una cosa: impariamo ad avere la maturità di renderci conto che trattare gli altri a pesci in faccia, abbandonare, avere comportamenti aggressivi, indossare delle maschere, a lungo andare non conviene. Forse, può appagarti momentaneamente, ma quando arriva il momento della verità, non c’è maschera che tenga.

Di base, però, deve chiaramente esserci un discorso relativo alla maturità propria della persona: senza quella, sono tutte parole al vento.

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